I numeri chiave dell’innovazione digitale
La cosiddetta Digital Transformation ha sollevato, nei confronti di imprenditori e manager, il bisogno di rendere digitali i processi prima chre siano altri a farlo e di mettere in campo un business model che sfrutti appieno la potenzialità delle nuove tecnologie. Occorre quindi una strategia basata sull’innovazione digitale che, a sua volta, può essere perseguita attraverso i 5 pilastri individuati dalla Commissione UE per il Digital Single Market:
- connettività,
- capitale umano,
- uso di internet,
- integrazione delle tecnologie digitali,
- servizi pubblici digital.
Considerando i risultati degli Osservatori del Politecnico di Milano e partendo innanzitutto dai trend, ritenuti maggiormente rilevanti dalle imprese, rispetto al miglioramento dell’efficienza aziendale, ci rendiamo subito conto che la nostra scelta strategica risponde ai reali bisogni delle aziende. Insistere sulle tematiche della dematerializzazione di informazioni e processi, al fine di poter accedere ai dati aziendali in completa mobilità, di condividere le informazioni ad alto valore aggiunto con tutti i collaboratori, di fornire al Cliente applicazioni funzionali e semplici, con la possibilità di analizzare in tempo reale l’andamento del business, si traduce infatti in 4 driver fondamentali dell’innovazione digitale: mobility, collboration, user experience, data intelligence.
Ecco la rilevanza attribuita dalle imprese a questi principali trend:
Trasversalmente a questi 4 trend si configura la Digitalizzazione dei processi B2b, tema che gli Osservatori del Politecnico di Milano approfondiscono, indicando che il livello di digitalizzazione dei processi tra le organizzazioni italiane viene dalla penetrazione dei progetti digitali per la trasmissione, la gestione e la conservazione dei documenti del Ciclo dell’Ordine. Sono circa 650.000 in Italia le imprese che, dal 2015, hanno portato in Conservazione Digitale le Fatture. E nel 2015, circa 100.000 imprese – il 40% delle grandi e il 18% delle PMI – hanno scambiato con i propri clienti e fornitori documenti in formato elettronico strutturato attraverso strumenti di eCommerce B2b (l’EDI, le Extranet o i Portali B2b).
Nel dettaglio, 11.000 imprese hanno scambiato oltre 110 milioni di documenti tramite reti EDI, tra cui le fatture sono il documento più scambiato (32% del totale), seguite dagli ordini (20%), ma crescono anche le altre tipologie (conferme d’ordine, avvisi di consegna, documenti di trasporto ecc.). Segnali positivi di maturità e consapevolezza nell’innovazione digitale: sono circa 400 le Extranet e i Portali B2b per lo scambio di documenti e informazioni con i partner, con oltre 100.000 Organizzazioni connesse.
Ne consegue che la Conservazione Digitale è l’ambito di previsione di investimento prioritario per i progetti di Digitalizzazione, indicato da circa il 65% delle imprese, seguito dalla Gestione Elettronica Documentale e dai Workflow approvativi digitali (48%). Quattro imprese su dieci investiranno soprattutto in soluzioni di Integrazione, come EDI, Extranet o Portali B2b, principalmente realtà più grandi. Ci sono poi anche progetti Mobile a supporto della forza vendita o di Contract management.
“Gli strumenti a disposizione sono molteplici, ma la scelta non può prescindere dalla definizione del proprio percorso personalizzato di trasformazione digitale – dichiara Irene Facchinetti, Direttore dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Un cammino da affrontare in più tappe: rinunciare alla carta per archiviare le informazioni, strutturarle in basi di dati, gestirle con flussi digitali di dati strutturati, orientarsi verso una gestione per processi, dotarsi di un’architettura interna integrata e sviluppare le interfacce per un dialogo strutturato con tutti gli attori”.
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